giovedì 26 febbraio 2015

Amare è Valorizzare (Baviera VS Piemonte)

Una riflessione doverosa.

La mia quotidianità è fatta di gesti semplici, tra cui fare la spesa, entrare nei locali o andare al mercato, la differenza fondamentale tra il vivere in Italia e qui, non sono solo i prezzi ( non intendo annoiarvi con paturnie di economia), quando fai la spesa in Baviera, tu sai dove sei. 
Mi spiego meglio.
Quando si parla di valorizzare l'artigianato, il turismo, le piccole e grandi produzioni, i tedeschi non fanno grandi discorsi ma fatti.

In ogni negozio o supermercato in Baviera puoi trovare prodotti regionali e locali, che non solo attirano l'occhio per il colore tipico bianco e azzurro delle confezioni, ma puoi trovare davvero ogni cosa.
Per esempio puoi scegliere se comprare uova della tua regione o no, e così è per la carne, la birra, sulle indicazioni di provenienza spesso sono aziende del territorio. Qui tutto dice, benvenuto in Baviera!

Per non parlare dei gadget per barbecue e pic nic come piatti, tovaglioli e bicchieri, le caraffe di birra e così via.
 
Il costume tradizionale avrà un post dedicato perché la tradizione è lunga ed interessante, per ora accontentatevi di sapere che ogni giorno di festa è buono per infilarsi l'abito tradizionale ad ogni età, ragazzini col piercing e Lederhosen sono la normalità.

La Baviera è ritratta mille volte, come una bella donna, nei locali, negozi, supermercati, ci sono gigantografie meravigliose che la dipingono in ogni stagione e poi in maggio ecco spuntare gli alberi tipici chiamati Maibaum. Ogni cittadina ne ha uno, ogni anno il primo maggio viene allestito con immagini delle attività che si svolgono come agricoltura, barili di birra, immagini di balli e così via, il tutto celebrato da una grande festa. Per saperne di più
Il punto miei cari amici è: cos'ha il Piemonte da invidiare alla Baviera?
La risposta è semplice, niente!

Provate ad immaginare di applicare questa mentalità in ogni regione in Italia, quanti prodotti meravigliosi verrebbero riscoperti, quante sagre avrebbero la giusta importanza, quante aziende non chiuderebbero! Andare a fare la spesa e trovare gigantografie dei nostri bellissimi monumenti o paesaggi, scegliere il riso di Vercelli o Novara con i colori del Piemonte, ma non sarebbe bello?

Moltissime le persone che vivono in Piemonte da anni non sanno che la Sacra di San Michele ne è il simbolo.
La lista delle meraviglie piemontesi è lunga, e spesso i tedeschi ci dicono "sono stato a Torino è molto bella, ma non se ne parla". Già è proprio così! Sarebbe bello avere un Presidente della Regione innamorato della sua terra, che decidesse di spingere davvero il turismo, dare credito alle piccole medie imprese, ma questa è fantapolitica, ed è un'altra storia...
http://www.sacradisanmichele.com/ita/test_display/index/id/16/cat/8/

giovedì 12 febbraio 2015

270 minuti.

Appena arrivata in Italia per questioni familiari mi ritrovo tra le braccia della grande madre Asl.

270 minuti di attesa collezionati in 3 giorni meritano certamente un post dedicato.

Seguiranno un numero incredibile di banalità.

Il primo giorno l'attesa mi ha così stancata che arrivato il mio turno, la dottoressa ha voluto visitarmi anche se accompagnavo. Ero in uno stato comatoso. Sul televisore posizionato ergonomicamente a tre metri da terra scorrevano immagini assurde: insetti, auto parcheggiate, moto d'epoca, video di cani prossimi all'accoppiamento, liste della spesa, cortili di case a caso. Ho un'epifania: è così che lavora l'Isis, si comincia con video ipnotici e come niente ti ritrovi a fare l'involtino di dinamite.
Diversi i cartelli scritti col pennarello appiccicati ovunque, istruzioni per fare ogni cosa, toni severi, punti esclamativi. Il tutto condito da un vociare generale, nessuno ha avvisato dello spaventoso ritardo, l'abitudine al peggio porta a dimenticare anche le buone maniere. La dottoressa si è invece subito scusata con "mi dispiace del ritardo, lavoro in queste condizioni, vi chiedo scusa" ...si figuri è stato uno spasso!

Il secondo giorno, mi ritrovo nella sala prelievi di un altro ospedale. Orario di apertura ore 8, alle 7:30 è pieno di gente, è penombra, luci spente. Ore 7:59 un'impiegata fa il giro della sala d'aspetto per andare a tirare su le tapparelle e con tono sprezzante, nel silenzio assonnato, urla :"cerchiamo di non cominciare con le lamentele, qui si aspetta! se non vi sta bene tornate un'altra volta!!!" sbatte la porta, qualcuno osa commentare, il sergente maggiore torna indietro e conclude "cerchiamo di finirla, siamo qui a lavorare!!". Insomma il cazziatone preventivo è il piatto forte del reparto, abbiamo solo 47 persone davanti, ce la possiamo fare. Mi ritrovo in mezzo a un gruppetto di aitanti pensionati, una ragazzina accompagna la sua mamma, ed ecco che finisce travolta nel vortice dei consigli per il suo futuro. Parole chiave: destino, fortuna, impegno, coincidenza, speranza. Penso che Paolo Fox non avrebbe trovato parole più confortanti. Esilarante.

Il terzo giorno. Anche in questo caso, inutile avere un appuntamento, è indicativo solo per il giorno che in ogni caso ha 24 ore. Ricominciano i video inquietanti, ma cerco di distrarmi, non voglio farmi fregare. Decido di leggere qualcosa. Una bambina è così affamata dall'attesa che decido di regalarle dei biscotti. Vado a cambiare il disco orario, discuto con un vigile e riesco a scamparla.
Sono davvero stanca. Rientro nella sala d'aspetto dove una mamma mi confessa di aver saltato tutti i controlli di sua figlia negli ultimi due anni, e ha il numero prima del mio. 
La sfiga ci vede bene amici, entrata quella mamma ho iniziato a valutare la soluzione definitiva fissando il balcone mentre una ragazza mi tocca la spalla e con sguardo panda mi confida "non ci passa più". Sono sfinita.
Finalmente sullo schermo, tra immagini di scarafaggi e gattini semi
morti appare il mio codice, e la dottoressa ci viene incontro " mi dispiace del ritardo, lavoro in queste condizioni...