martedì 21 ottobre 2014

Mangia, Prega, Paga!

L'argomento è scottante, me ne rendo conto.
Scrivere di religione senza che qualcuno si senta offeso è davvero difficile, pertanto mi addentro nell'argomento in punta di piedi...
Personalmente sono atea, mio marito è un neopagano o meglio un Druido, mio figlio non si tocca!
Sono un ex-cattolica e so bene che la religione in Italia è uno dei più discussi argomenti di economia. Mentre i Tg tendono a sottolineare il costo di una moschea a Quarto Oggiaro, sappiamo bene che avere il Vaticano tra i piedi costa caro a tutti i cittadini.
Servizi di sicurezza per milioni di euro, per non parlare delle migliaia di proprietà esentasse.
Non mi addentro nei Patti Lateranensi, altrimenti ci addormentiamo.

Il 64% degli italiani si dichiara cattolico, ma solo il 16% si dichiara praticante. Vale a dire che una bella fetta rientra nella categoria dei "Credo ma non pratico" come il sale che non sala. 
Come riconoscere i "Credo ma non pratico"? Vi accorgerete di loro alla messa di Natale, sono quelli che pregano in playback, oppure potete incontrarli mentre lasciano i figli davanti alla Chiesa per andare a messa, ma loro non entrano perché hanno lasciato la pentola sul fuoco. I migliori, al termine di un funerale si rivolgono al prete con tono confidenziale giustificando le proprie assenze per motivi di lavoro e puntualmente vengono interrotti da un "Lei chi è scusi?".

E se i "Credo ma non pratico" decidessero di trasferirsi in Tedeschia? che fine farebbero?

E qui viene il bello. 
Si perché è importante sapere che in Tedeschia, devi dichiarare la tua religione.

Il motivo è presto detto, ogni discepolo sostiene economicamente il proprio dio.
Come? ma semplice, dichiarando durante la registrazione all'anagrafe l'appartenenza religiosa si autorizza, in automatico, la propria "parrocchia" ad un prelievo mensile in busta paga. Questo vale per tutte le religioni, tranne per i musulmani che hanno scelto di non attuare questa pratica.

E' però giusto che io spenda due parole per i cattolici, che qui in Baviera sono tantissimi, tra cui il sempre emerito Ratzinger. I cattolici hanno scuole di ogni ordine e livello scolastico proprio come in Italia, e in questa regione sono particolarmente diffuse. Puoi iscrivere i tuoi figli ad un istituto cattolico anche se appartieni ad altro credo o ateo, semplicemente mettendo in conto che durante le pause preghiera e canti a tema (programma degli asili) ci sarà un'insegnante dedicata al gruppo che non partecipa. Personalmente preferiamo evitare, per sbaglio siamo finiti ad un open day dove c'erano più immagini di Gesù di quante ce ne siano in una sacrestia! Siamo scappati!

E' meglio? O è peggio?
Nel mio caso è meglio, ma sono certa che il fatto di assumere una posizione chiara e trasparente in merito al proprio credo, metterebbe in crisi molti italiani della terra di mezzo. 


domenica 19 ottobre 2014

Trova l'intruso...

Stavolta devo fare una premessa.
Qui in Tedeschia essere un immigrato equivale ad essere un tedesco. Stessi doveri e stessi diritti, ma c'è un dettaglio che non bisogna trascurare se a qualcuno di voi venisse in mente di seguirmi...
bisogna sapere il tedesco. Non ci sono scappatoie e mi duole dirvi che in tutti i centri dal municipio alle scuole ufficiali che accolgono gli immigrati, tutto avviene in tedesco, iscrizioni, compilazione dei moduli, ecc...magari qualcuno vi ha raccontato che con l'inglese si fa tutto. Beh vi hanno detto una bugia. Questo è un problema. Inutile negarlo, ne ho discusso diverse volte con persone che vivono qui da molti anni e tutti concordano. 

Vi racconto cosa è successo alla mia prima lezione di tedesco...
Immaginate di avere una cartina del mondo. A casaccio mettete quattordici bandierine sparse per tutti i continenti, ecco insomma la mia classe è come si suol dire ben assortita!

Più o meno puntuali, ci siamo presentati tutti, utilizzando ogni tipo di trasporto, dai piedi al treno. Un po' con dei libri e un po' senza, tra cui la sottoscritta. Il fatto di vedere un po' di libri uguali mi ha subito insoppettita, normale, ma era scritto nel modulo di iscrizione... in tedesco! 
Già, iscriversi è stata una bella sudata perché la segretaria della scuola parla inglese come Renzi pertanto è già un miracolo che io sia stata assegnata ad una classe! Un libro, come ho fatto a non pensarci! forse perché era indicato come un codice IBAN?? il mio compagno di banco, tale Attila, parlucchia inglese e ho subito inviato una mail a mio marito per fare l'ordine su Amazon. 

Identikit dell'insegnante: nome Bernarda, anni sessanta (quelli in cui era giovane), pazienza: troppa!
anche se nelle prime ore era molto agitata! si perché i tedeschi sono quadrati e se qualcosa va storto, vanno subito nel pallone! indovinate un po'? c'erano tre studenti di troppo! Avete capito bene, tre!

Bernarda ripeteva l'appello regolarmente ogni quarantacinque minuti (forse sperava si smaterializzassero...) Dopo il quarto appello ho iniziato a dubitare io stessa di aver sbagliato classe. Ma ecco trovati gli intrusi, almeno i primi due, la strana coppia di vietnamiti viene accompagnata fuori da un altro insegnante, si allontanano coi visi imbarazzati e spariscono nel corridoio. Io ho avuto la decenza di coprirmi il volto mentre Amnu l'indiano alla mia destra è letteralmente caduto dalla sedia dal ridere.
Da diciassette a quindici, va bene no? nein! la lista dice che siamo quattordici...e il terzo intruso? 
Amici io di persone confuse ne conosco assai, molte sono tra di voi, ma vi pare possibile che dopo 4 ore di lezione di tedesco, non ci si possa accorgere che non è il corso d'inglese?? Ero incredula e ho iniziato a pensare seriamente ad una candid camera! Il cinese ci aveva ingannati! Convinto fino al midollo di essere al corso d'inglese, continuava a sostenere di non aver sbagliato corso fino all'ultimo minuto, quando è stato allontanato a forza da un'altra insegnante. 

Che volete che vi dica?! il solito tarocco cinese...

giovedì 16 ottobre 2014

Ci vuole un fisico bestiale!

Schwimmbad amici!
Ecco la parola di oggi: Schwimmbad cioè piscina.
Anche Erding ha la sua piscina comunale, e ci mancherebbe penserete voi, non è poi così scontanto ma c'è! La piscina comunale di Erding ha una parte all'aperto per l'estate e una al coperto per l'inverno con tre piscine per i grandi e una per i bambini che non pagano l'ingresso fino ai 6 anni.
L'ingresso ha un costo di €3,80 e include l'utilizzo di tutte le piscine, degli spogliatoi, dell'area sauna e bagnoturco.  Ma si dai lo sapete che qui sono fissati con le saune perché fanno bene bla bla...comunque, all'interno ci sono anche due bar, perché la birra qui non deve mai mancare! Resta aperta dalle 8 alle 21,30 dal lunedì alla domenica.
Costa tanto? o poco? boh in questo momento non ho idea dei prezzi in Italia, ma a me onestamente sembra un buon prezzo.
Oggi come al solito non mi sono annoiata, appena arrivati mentre pagavo l'ingresso mio figlio è sparito nel nulla! si avete capito bene, è corso in cortile a giocare e mi ha fatto prendere un colpo. Negli spogliatoi è scappato nuovamente con indosso solo il pannolino da piscina e le crocs blu, altro giro altro regalo. Arriviamo alla piscina e manca poco che finiamo in acqua tutti e due perché alla vista dell'acqua ha iniziato a scalciare come un cavallo pazzo.

Ma eccomi finalmente su una sdraio, sdraiata? ma figuriamoci! Vigile e attenta l'ho seguito in lungo e in largo e per un'ora e mezza non è voluto uscire dall'acqua. Poi è arrivata la fame e il conseguente cambio pannolino. Risultato? durante il cambio è riuscito a fare la pupù sul mio accappatoio, di quella liquida, quella famosa della pubblicità. Non contento ci ha pucciato pure i piedi e ripulirlo è stato l'ennesimo divertimento. L'aria si è fatta subito pesante e credetemi l'odore che emanano i bambini è davvero insopportabile, ma che ve lo dico a fare, tanto lo sapete che è figo avere figli!

mercoledì 15 ottobre 2014

Non basta essere maiala per avere successo! (Parco Giochi vs Peppa Pig - 1:0)

Peppa Wutz in Tedeschia è la più famosa Peppa Pig per noi italiani.
Wutz è un termine del dialetto bavarese per definire il maiale. E adesso non fate i radical chic! E' impossibile non conoscerla, in televisione è un costante martello, su Rai Yoyo viene trasmessa per ore e ore, e se proprio non avete figli, l'avrete certo incontrata al supermercato, al bar, nei negozi d'abbigliamento, insomma Peppa per gli italiani è una vera e propria ossessione!

Prima di partire per la Tedeschia ammetto di averla vista anch'io, si è così. Riassumo brevemente: Peppa Pig racconta la quotidianità di una famiglia di 4 maiali, i figli sono Peppa e George, Peppa è la sorella maggiore, capricciosa e viziata, a tratti insopportabile. I genitori sono quasi sempre presenti, la madre è una donna lavoratrice tutto fare. Il padre è un po' goffo, profilo da ladro di angurie, imbranato in tutto, l'unica figura maschile senza senso dell'orientamento, insomma uno sfigato! E la figlia non perde occasione per deriderlo.  Peppa viene trasmessa poco qui in Tedeschia e non ha avuto nessun tipo di riscontro, tanté che girando in lungo e in largo non è semplice trovare gadget, qualcosina si, ma niente di clamoroso. Peppa non è piaciuta, non è strano? E' meglio o peggio? Non sta a me giudicare, ma una cosa è certa: la tv per bambini qui, funziona proprio diversamente. 

I cartoni, ad esempio, non seguono fasce orarie precise. Mi spiego meglio. Ogni giorno accendo la tv più o meno negli stessi orari e vediamo sempre cartoni animati diversi. Ipotizzo sia fatto appositamente per non creare dipendenza perché non saprei come altro spiegarlo. 

E qui si arriva al nocciolo della questione. 

Le mamme tedesche non amano particolarmente lasciare i bambini davanti alla TV, lo dimostra il fatto che sono diffusissime le tute da pioggia e da neve, completini impermeabili composti da pantalone, giacchetta, copri scarpe per i gattonatori o stivaletti per i bipedi. Acquisto indispensabile per poter portare i bambini nei parchi anche quando ha appena piovuto o nevicato. Insomma la pioggia non può essere una scusa e per loro è impensabile rimanere chiusi in casa per tutto l'inverno. Condivido questo pensiero e ho appena acquistato anch'io un completino per mio figlio, della serie caro inverno ci fai un baffo!! 

lunedì 13 ottobre 2014

Ciapa su e porta a ca'

Non voglio annoiarvi col mio primo giorno al Mutter Zentrum, perché è troppo figo e basta.
Ho invece conosciuto una donna molto interessante, Marlene. E' un insegnante d'inglese, ha tre figli (molto comune qui) parla tedesco, russo, polacco e al liceo ha studiato italiano. Facciamo subito amicizia,  si scusa per il suo italiano e iniziamo a parlare del corso di lingue che inizierò questo venerdì.
Si perché venerdì si comincia.
Marlene insegna in una delle tante scuole internazionali sparse sul territorio. Le scuole internazionali sono nate principalmente dall'esigenza di aiutare mamme e bambini stranieri ad integrarsi, sono veri e propri istituti riconosciuti e co-finanziati dallo Stato.
Arrivare in un Paese e pensare di non parlare la lingua, annulla quasi totalmente l'integrazione. Non è pensabile, ne per i figli, ne per i genitori. E il tedesco è difficile, inutile improvvisarsi, è una lingua complessa che va studiata, a meno che non si voglia passare il resto della vita a guardare la Rai.
Alla Scuola Internazionale si svolgono corsi di lingua tedesca per il livello base A1 e il livello avanzato B1. Le lezioni si tengono quattro giorni a settimana, in tre diverse fasce orarie, dalle 9 alle 21. Sono 5 ore di lezione al giorno. Ogni ora costa 1€ che viene versato giornalmente a seconda delle ore che decidi di fare. E i bambini che fine fanno? I bambini da 1 a 3 anni se ne stanno nell'area Kinder Garten per tutto il tempo delle lezioni e il servizio è incluso nella quota mensile. Si avete capito bene! Le mamme possono studiare in pace e bimbi sono al sicuro.
Marlene mi ha spiegato che in Germania, la politica è a favore della famiglia ed è importante che la donna conquisti la sua indipendenza, che possa svolgere un lavoro per realizzarsi e sostenere la famiglia e qui ne fanno di figli!
Terminato un anno di frequentazione bisogna superare un esame e loro garantiscono il livello di lingua che ti viene attribuito, ti consegnano un certificato per esempio B1 che ti consente di accedere subito ai colloqui di lavoro. Ora i più polemici di voi potrebbero anche avanzare una critica: per una mamma immigrata senza lavoro, anche  centosessanta euro al mese sono comunque tanti soldi!
A parte che se vivi in Italia sai perfettamente che non esistono questi istituti e per quanto mi riguarda dovremmo solo prendere esempio, ma aggiungo che le mamme a tempo pieno qui, ricevono un bonus mensile dallo Stato fino al compimento dei tre anni del figlio. 
Quindi, citu! CIAPA SU E PORTA A CA'!

venerdì 10 ottobre 2014

La Germania ficca un calcio in culo all'Italia!

Perdonate la volgarità, ma non sono una scrittrice, sono solo una mamma e a volte essere espliciti non è semplice. Ieri sono stata al parco per pranzare e ho conosciuto due papà spagnoli che mi hanno invitata a visitare il Mutter Zentrum, e così stamattina ho avuto l'ennesima epifania: l'Italia vive nel Medioevo. 
In Germania i bambini sono al centro di tutto, un patrimonio umano da tutelare sempre e comunque. Da anni le mamme tedesche si sono organizzate e questi M.Z. sono sparsi in tutto il Paese.
Mi spiego meglio. 
I M.Z. nascono dall'esigenza di creare un luogo di incontro per genitori e figli di età da 1 ai 3 anni, per poi passare ad un normale kinderGarten (quella che noi conosciamo come scuola materna). Stamattina mi sono presentata senza appuntamento, presentata da Daniel (il  padre spagnolo di cui sopra) , ero un po' in imbarazzo, si insomma non conosco la lingua, ma la Responsabile del centro è venuta subito in mio soccorso, ha sposato un sardo e parla italiano. Si è presentata con un sorriso degno di un bravo venditore, ma in realtà non mi ha venduto niente, è solo senso di accoglienza. Mi ha offerto una tazza di caffè, e mi ha spiegato che posso portare mio figlio al M.Z. ogni giorno, è aperto 20 ore a settimana e se mi fermo con lui posso usufruire del centro, attrezzato con giochi e maestre tedesche qualificate, in modo totalmente gratuito, le consumazioni al bar hanno un costo di 50 centesimi. Mi ha fatto presente che sarebbe utile sia per la socializzazione di mio figlio che per la mia, e poi guardandomi negli occhi come se fossi un'amica mi ha detto "sai l'inverno è lungo e avere un luogo d'incontro in cui puoi stare al caldo con tuo figlio, farlo giocare e imparare la lingua, conoscerai altre mamme, potrebbe essere importante". Certo che è importante! e se volessi lasciarlo per fare delle commissioni? si può fare. Dopo un iniziale periodo in cui il piccolo conosce le maestre si può lasciare , il costo è di 2€ la prima ora e 50 centesimi le ore successive.
E poi aggiunge ingenuamente "anche l'Italia è il paese delle mamme, della famiglia, anche voi avete centri d'incontro?" proprio centri d'incontro no, ma abbiamo le sentinelle!...

sabato 4 ottobre 2014

Cinque minuti di cronaca al Tg delle 20

Paese che vai, usanze che trovi.
A Erding una gongolante cittadina a nord di Monaco si svolge il mercato ogni giovedì, e voi penserete: beh che c'è di strano? è tutto strano!
Intanto scordatevi cinesi e indiani con gli accessori tarocchi di ogni genere, ammetto di averli cercati, sapete la forza dell'abitudine! niente chanel, dior ma strudel e wurstel! Un pò disorientata dall'assenza di personale colored, mi sono accorta che nonostate la notevole quantità di persone, la maggior parte di loro impiegava il proprio tempo a fare la fila (vedi diapositiva) ogni banchetto la sua coda! e mentre i nostri pensionati italiani sfoggiano valigette con rotelle da ritorno al futuro, qui il cestino di vimini è l'accessorio più cool!
Distratta dal profumo dello strudel, non mi accorgo dell'arrivo di una scolaresca di prima elementare, che viene "liberata" proprio accanto al passeggino di mio figlio! Questione di pochi minuti, la maestra fece un discorso breve con voce ferma, i bambini erano in silenzio, quando all'improvviso scomparvero in gruppi di quattro. Ma che succede? dove vanno i bambini da soli in un mercato?? ho detto ad alta voce (tanto non mi capisce nessuno)
e invece una ragazza in fila con me aveva capito e in inglese mi ha spiegato che i bambini avevano il compito di disegnare una bancarella e scrivere un tema sul mercato. 
- Si ma senza la maestra? 
- Certo se ci sono problemi qualcuno li aiuta. 
- Li aiuta??
Sono quelli in momenti in cui ho la percezione di quanto in Italia sia diffusa la paura, la sfiducia nel prossimo, quella sensazione amara di pensare che se non sei un genitore o un tutore, non ti importerà niente di un bambino in difficoltà. Una scelta del genere da parte di una maestra italiana, le costerebbe il posto di lavoro con l'unico guadagno di cinque minuti di cronaca al Tg delle venti.
Ma basta scavalcare le Alpi per vedere con rinnovata fiducia anche un semplice mercato e sentire quella dolce sensazione di non essere soli.